Ad iniziativa del Comune, in collaborazione con la Federazione delle sezioni dell’Italia centrale della ANVRG, lo scorso 25 ottobre la città di Monterotondo (Roma) ha ricordato la battaglia del 25 ottobre 1867 nella quale i garibaldini, guidati dal Generale Garibaldi, sconfissero gli zuavi che presidiavano la città e la espugnarono costituendola a quartier generale della Campagna dell’agro romano.
I volontari di quella campagna, guidati da Menotti Garibaldi, avevano già sconfitto gli zuavi a Montelibretti qualche giorno prima e, dopo l’arrivo di Garibaldi a Passo Corese, si erano uniti al grosso della truppa.
A Monterotondo Garibaldi si fermò per una settimana per valutare la situazione in attesa di avere segnali di insurrezione da Roma e dalla Sabina. E resosi conto che non ci sarebbe stata alcuna partecipazione di insorti, decise di ripiegare su Tivoli, dove era attestata una colonna guidata dal col. Pianciani, in attesa di eventi favorevoli. Fu durante questo spostamento che i volontari, che marciavano in ordine sparso, vennero sorpresi da un’imboscata degli zuavi e decimati all’arrivo dei francesi spediti da Napoleone III, ancora una volta in difesa del Papa.
La cerimonia è iniziata nel pomeriggio presso il monumento che ricorda l’evento con l’apposizione di una corona d’alloro, ivi collocata dall’assessore alla cultura del Comune Marianna Valenti e dall’avv. Gianfranco Paris, presidente della Federazione ANVRG. Suono del silenzio e Attenti! da parte delle Associazioni combattentistiche.
Ultimata la cerimonia, nella sala consiliare del Comune, dopo una introduzione dell’assessore alla cultura che ha motivato l’importanza che riveste per la città il ricordo di quella battaglia, Enrico Angelani, studioso di storia locale e socio della ANVRG, ha rievocato i fatti avvenuti il giorno della battaglia con la collaborazione del signor Edgardo Prosperi che ha letto alcuni brani rievocativi dell’evento tratti dal libro di memorie del Barilli e da altri autori. Gianfranco Paris si è soffermato sul valore della battaglia e sul suo significato chiarendo che la Campagna dell’Agro romano, che è stata fatta passare dalla vulgata storica sabauda come un fatto minore posto in essere da straccioni poi perseguitati dallo stato italiano fino alla fine del secolo, chiarendo che quei volontari, prima di essere sorpresi nelle campagne di Mentana e dispersi dagli zuavi con l’aiuto determinante dei francesi, avevano vinto, ad armi pari, due volte gli zuavi a Montelibretti prima e a Monterotondo dopo, dimostrando valore e, soprattutto, dimostrando che la formazione dell’unità nazionale non fu solo frutto della politica del regno di Sardegna e del Piemonte, ma anche della partecipazione delle fasce più umili del popolo italiano che combatterono sempre con onore ed entusiasmo nelle file dei volontari agli ordini del Generale Garibaldi. (Gianfranco Paris)